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Tra le diverse problematiche sociali che esistono nell’ambito infantile e giovanile, una delle più preoccupanti è il bullismo. Infatti si tratta di un fenomeno di gruppo che vede come protagonisti più bambini e ragazzi. Secondo l’enciclopedia treccani, possiamo definire il bullismo come atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche attuate specialmente in ambienti scolastici o giovanili. Se ti appassiona questo argomento, ricorda che nella nostra scuola puoi studiare il corso di specializzazione in psicologia infantile e adolescente + coaching infantile e giovanile.

Cos’è il Bullismo?

Viene considerato bullismo qualsiasi comportamento aggressivo indesiderato, messo in atto da una singola persona o da un gruppo di individui caratterizzato da uno squilibrio di potere reale o percepito e che si ripete più volte nel tempo o ha un’elevata probabilità di essere ripetuto. Per cui si possono definire delle caratteristiche specifiche di questo fenomeno che sono:

  • Intenzionalità: indica il voler far male o provocare qualche danno ad altri.
  • Persistenza nel tempo: rappresenta la continuità delle azioni, la presenza di più atti aggressivi e non un solo episodio.
  • Asimmetria nella relazione: ovvero lo squilibrio del potere, che può essere:
    • Fisico: il bullo è più forte e tende ad attaccare il più debole fisicamente.
    • Sociale: lo status relazionale del bullo è più alto per cui ha più influenza nel gruppo.
    • Psicologico: l’utilizzo di abilità socio-cognitive superiori rispetto alla vittima, tali da permettere al bullo di maltrattare la vittima.

Ruoli del bullismo

Come abbiamo indicato, nel bullismo intervengono diverse persone, sia attiva che passivamente, ed ognuna di esse con un ruolo diverso:

  • il bullo: è colui che prende l’iniziativa nel fare prepotenze ai compagni, si presenta come leader di un gruppo e non è mai da solo. Può essere un bambino o un ragazzo, sia maschio che femmina, e solitamente sceglie come vittima qualche compagno/a con caratteristiche diverse, come ad esempio colore della pelle, orientamento sessuale, forte sensibilità, religione, ecc.
  • il gruppo di amici o “seguaci” del bullo: sono coloro che solitamente che hanno poca notorietà tra i compagni, che rinforzano l’azione del bullo ridendo, applaudendo o incitando e coronandolo come “capo”. Possono anche partecipare in modo attivo nelle vicende, ma sempre da una posizione secondaria rispetto al bullo.
  • la vittima: è colui che solitamente presenta qualche elemento di diversità ed è più fragile (asimmetria della relazione) dei compagni. Tende ad essere da sola, non ha amici oppure ha degli amici ma con altre difficoltà simili.
  • il difensore della vittima: è chi consola e difende, chi chiede aiuto ad un adulto o comunque chi cerca delle modalità per far cessare le prepotenze. Questa figura è molto importante, ma purtroppo non sempre presente.
  • gli osservatori passivi: definiti anche come la massa silenziosa, che non partecipa delle azioni ma non fa nulla al rispetto. Solitamente sono coscienti della situazione, ma non agiscono per diverse ragioni, come la paura, il non sapere che fare o il pensare che non è cosa loro.

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Tipologie di bullismo

Esistono diverse tipologie di bullismo partendo dalla prima distinzione: diretto o indiretto. Vediamoli ora in dettaglio:

  • Bullismo Diretto: caratterizzato dall’interazione faccia a faccia con la vittima.
    • Verbale: si attacca con insulti, offese, prese in giro, nomignoli o frasi cattive di qualsiasi tipo;
    • Fisico: si colpisce fisicamente con calci, pugni, spinte o qualsiasi atto violento fisico;
    • Razzista: il motivo è il colore della pelle, l’etnia, il modo di parlare la lingua, la religione o le diverse credenze
    • Sessuale: si tratta di umiliare e ferire la vittima con offese ed aggressioni di natura sessuale;
    • Omofobico: sia fisico che verbale, è motivato dalla diversità reale o presunta nella sessualità della vittima.
  • Bullismo Indiretto: tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone.
    • Cyberbullismo: si attacca in modo diretto o indiretto usando mezzi telematici;
    • Relazionale: ignorare o escludere la vittima completamente dal gruppo o mette in giro false voci sul suo conto.

Come affrontare il bullismo?

Il miglior amico del bullismo è da sempre il silenzio. Per questo motivo davanti a questo fenomeno si consiglia di:

  • mostrarsi sicuro si se stesso: il potere dei bulli si nutre della fragilità e della sottomissione delle vittime, per cui il consiglio è di mostrarsi sicuro e non rispondere in modo aggressivo, ma con linguaggio non verbale che indichi sicurezza e tranquillità.
  • comunicare in modo diretto: ovvero essere assertivi e non aggressivi, rispondere agli insulti e/o alle minacce del bullo con freddezza e senza accogliere la sfida è il miglior modo per smontare la sua aggressività.
  • non affrontare il bullo da solo: il potere del bullo proviene anche dalla sua alleanza con altre persone, per cui il consiglio è quello di creare una rete di alleanze con amici o anche con professori, e in questo modo, spezzare il circolo di omertà del bullo che si sentirà meno protetto.
  • non aspettare per agire: l’aggressione deve essere spenta fin da subito per evitare di assumere il ruolo di vittima. Nel caso in cui il bullo diventi pericoloso è indispensabile rivolgersi direttamente ai responsabili della scuola, ai genitori o alle forze dell’ordine.