La ricerca del benessere e della “pace dei sensi” sembra essere una pratica quasi innata dell’essere umano. Per questo motivo si cercano continuamente metodi o discipline olistica per ottenere questa pace. Una delle tecniche è la Mindfulness, una disciplina che in Italia si sta espandendo notevolmente. La conosci? Non preoccuparti, te lo spieghiamo nell’articolo di oggi. E se decidi che ti interessa questo tipo di disciplina, con la Elbs puoi formarti con la certificazione esperto in psicologia olistica!
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Che cos’è la mindfulness?
La mindfulness è una terapia olistica che mira ad essere consapevoli degli stimoli interni ed esterni in un determinato momento. La parola è inglese e la sua traduzione letterale è “stato mentale” o “consapevolezza piena”. Tuttavia, la sua origine si trova più di 2500 anni fa nella tradizione buddista. L’origine del termine inglese mindfulness è dovuto alla traduzione della parola “Sati”, dalla lingua Pali, che si riferisce all’espressione “attenzione consapevole”, “consapevolezza”. Ma cos’è la consapevolezza? È quella parte dell’esperienza soggettiva rappresentata mentalmente in questo momento.
La mindfulness serve ad essere padroni della propria mente. È una capacità regolatoria che permette di gestire correttamente l’attenzione, le emozioni e i pensieri. Questo a sua volta provoca una riduzione dello stress e dell’ansia, un miglioramento dell’umore e la capacità di cambiare alcuni modi automatici di reagire. La pratica della Mindfulness ruota attorno a due concetti fondamentali: quello di consapevolezza e quello di concentrazione.
Come funziona la mindfulness?
La Mindfulness è, dunque, una disciplina che insegna a coltivare l’attenzione in modo saggio, salutare e pulito. L’obiettivo è quello di conoscere se stessi e il mondo che ci circonda per ciò che realmente sono: un uovo sguardo fresco al mondo e con capacità di accettazione, imparando a radicarsi nel momento presente e procedere nella vita senza stress, un passo alla volta. Si tratta di una pratica articolata sulla meditazione. È un allenamento fondato su esercizi specifici che coinvolgono il corpo e l’attenzione il cui fine è coltivare l’abitudine alla consapevolezza per conseguire uno stato mentale più incline alla soddisfazione e alla felicità. Per cui i punti chiave sono:
- consapevolezza:
- fermarsi;
- osservare;
- ritornare;
- momento presente;
- accettazione.
A cosa serve la mindfulness?
Iniziare la pratica della mindfulness da soli è difficile, per cui si consiglia di cercare professionisti formati che offrano corsi ben strutturati di mindfulness. Alcune delle applicazioni cliniche attualmente sono:
- Stress e distress: è una buona tecnica per il paziente per coprire una situazione di stress o distress (angoscia, ansia, malessere o sofferenza).
- Disturbi dell’umore: diversi studi hanno dimostrato la validità della mindfulness in pazienti con sintomi depressivi. Però questa terapia viene utilizzata insieme ad altri trattamenti.
- Ansia: apporta benefici nel ridurre l’ansia generalizzata e nel ridurre la reattività allo stress.
- Somatizzazione: questa terapia è utile anche nella somatizzazione, il dolore è ridotto e anche le sindromi somatiche (come la fibromialgia, il colon irritabile e la sindrome da stanchezza cronica).
- Abuso di sostanze: si parla di sostanze che generano dipendenza, come alcol, marijuana, tabacco o cocaina, tra gli altri, che può diminuire con la mindfulness.
- Problemi alimentari: è provato che la mindfulness è in grado di ridurre il numero di abbuffate, migliorare il senso di autocontrollo e ridurre i sintomi depressivi legati all’ambito alimentare.
- Disturbi della personalità: il numero di tentativi di suicidio, ricoveri e abbandoni nelle persone con disturbi di personalità si riduce quando con questa pratica.
- Dolore: non è dimostrato, ma è stato osservato che questa terapia è molto utile per ridurre il dolore se combinata con altre tecniche, come ad esempio il massaggio.
- Effetti collaterali del cancro: è il caso dell’ansia e della depressione. In altre parole, la mindfulness può migliorare leggermente la qualità della vita delle persone che soffrono di cancro.